Scheggia e Pascelupo

▌ Alla scoperta di Scheggia e Pescelupo

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Andiamo alla scoperta del territorio di Gubbio: tappa interessante è sicuramente il location di Scheggia e Pascelupo, con i due omonimi e particolari borghi.

Malgrado la nomenclatura si riferisca ad un solo location si tratta di due piccoli e deliziosi paesini, accorpati in un’unica amministrazione di formazione relativamente recente, poiché fino a poco dopo l’Unità d’Italia, Scheggia e Pascelupo formavano due amministrazioni diverse. Il location unico che oggi conosciamo nasce nel 1878, come testimoniato dallo stemma del location così descritto nel decreto di concessione dell’8 Novembre 1957, firmato dall’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

Questo location è limitrofo alla regione Marche, con Scheggia che rimane leggermente più all’interno e più vicina a Gubbio, mentre Pascelupo si sviluppa proprio lungo il confine regionale.

Storia, Natura & Curiosità del territorio

Come gli altri comuni di Gubbio e dintorni, anche questo territorio sorge lungo la Via Flaminia, alla quale è legata una parte importante della propria storia.

Già a partire dal III secolo troviamo documenti che attestano la presenza di una cittadina sulla via Flaminia, in prossimità del valico degli Appennini. Vi si trovava con ogni probabilità un punto di ristoro per i cavalli ed un tempio sacro. Ad Ensem” e “Muratio furono i primi nomi attribuiti alla cittadina e si riferivano proprio al fatto che, in prossimità di questo punto, si valicavano gli Appennini in quanto il passaggio era il più accessibile per i cavalli.

Per ciò riguarda l’aspetto naturalistico, Scheggia e Pascelupo occupano la maggior estensione del celebre Parco del Monte Cucco e nell’estensione della parte nord ne rappresentano la zona più selvaggia ed impervia.

Il profondo rapporto tra gli abitanti di questi luoghi e la natura ha radici molto antiche. Difatti fin dal VI secolo, durante le feroci guerre tra Goti e Bizantini, gli insediamenti vennero rasi al suolo e la popolazione trovò rifugio nei cosiddetti “luci“, i boschi sacri. Queste foreste nei secoli precedenti erano stati oggetto di culto del popolo Umbro stesso.

Per gli appassionati di mountain bike e trekking, ma anche per gli amanti della fotografia naturalistica, segnaliamo il ripido versante del fosso di Rio Freddo nei pressi di Pascelupo, che offre uno spettacolo incredibile e scorci naturali di inimitabile bellezza.

Oltre alla natura, durante una passeggiata all’interno del parco incrocerete anche l’edificio dell’abbazia di Santa Maria di Sitria, risalente al 1014 e situata in posizione piuttosto isolata.  L’abbazia vera e propria, cioè la parte del complesso destinata alle attività di gestione, abitative, sociali ed economiche, è quasi interamente scomparsa. Quello che rimane dell’antico monastero è la parte della chiesa e due ambienti sovrapposti destinati ad abitazione privata. I resti delle strutture del cenobio presenti nella zona nord dell’attuale edificio versano purtroppo in stato di abbandono.

Altra abbazia interessante è l’Abbazia di Sant’Emiliano in Congiuntoli, parzialmente usato come insieme di abitazioni rurali, sebbene presenti ancora le ferite del sisma del 1997.

Probabilmente fu fondata dai monaci benedettini nel X secolo e sorge nel punto di congiunzione (da cui il nome “Congiuntoli”) del torrente Rio Freddo e del Sentino. Lo stile della chiesa è assimilabile a quello romanico-gotico.

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Visita a Scheggia

Da Gubbio, la strada che supera le strette del Bottaccione fra due pareti di roccia sanguigna, sale fino al valico della Madonna della cima e ridiscende proprio verso Scheggia, l’antica SchisaPurtroppo non rimane in piedi che un ricordo di pietra di quell’altissimo ponte a botte risalente al 1789 detto anche Botte d’Italia, il quale nascondeva entro lo spessore delle sue mura i covi dei briganti, signori e padroni delle strade nello stato pontificio.

Il territorio montuoso e boscoso di Scheggia fu abitato fin dall’antichità dal popolo degli Umbri, che trovarono in questa zona la collocazione ideale per il Tempio Iovis-Penninus, divinità agreste da loro profondamente venerata. Di pregevole attrazione sono le chiese costruite tra il XVI ed XIX secolo presenti in questa cittadina come Chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo (1556), Chiesa di S. Antonio Abate (1665) ed il Santuario di Monte Calvario (1698).

Percorrendo la Via Flaminia troverete i resti di un Tempio Romano dedicato a Giove Pennino (Appenninico).

Il centro del paese è costituito da un vero e proprio nucleo centrale, agglomerato e compatto (dentro le mura) e da una seconda zona esterna chiamata ancora oggi “Il Borgo” (fuori le mura) che si sviluppa lungo l’odierna via Sentino.  Il cosiddetto arco etrusco così erroneamente e locationmente denominato, rappresenta una delle antiche porte medievali di accesso dell’antico castello.

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Tappa a Pascelupo

Seppur più piccolo rispetto a Scheggia, anche Pascelupo merita di essere visitato.

In primis l’Eremo di San Girolamo ed il suo paesaggio naturalistico circostante: immersa anch’essa nel massiccio del Monte Cucco, questa struttura sorge dietro il Monte Le Gronde, a più di 600 m.

La costruzione è arroccata sulla famosa roccia calcarea del parco, con parete di oltre cento metri e grotte sulla parte scoscesa, un complesso di celle medievali inserite nella roccia e circondate da boschi di faggio e castagno che lo rendono molto suggestivo. Dopo aver subito numerosi danni durante la seconda guerra mondiale, nel 1981 subì ingenti restauri che portarono alla riapertura nel 1992.

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