Entra nel Pozzo della Cava e lasciati ammaliare dal suggestivo percorso sotterraneo nel quartiere medievale di Orvieto, che si snoda attraverso ben nove grotte ricche di ritrovamenti archeologici.

La singolarità dell’intera struttura è quella di accogliere al suo interno un grande numero di ritrovamenti archeologici etruschi, medievali e rinascimentali gli uni accanto agli altri, quasi stipati nelle grotte che costruiscono il percorso di visita al pozzo, con secoli di storia accavallati in un susseguirsi di usi e riusi degli stessi ambienti.

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Il Pozzo della Cava, monumento nazionale

Il Pozzo della Cava è stato riscoperto nel 1984, riportato alla luce e gestito direttamente dalla famiglia che ne è proprietaria. Fu questo il primo pozzo realizzato ad Orvieto su commissione di Papa Clemente VII (rifugiatosi in città dal sacco di Roma nel 1527) e non il forse più noto Pozzo di San Patrizio, come si era creduto fino al 1999, quando un noto ricercatore orvietano, confrontando date, editti e scritti di Antonio da Sangallo il Giovane, ha risolto l’equivoco.

Non meno singolare la vicenda legata alle due fornaci di ceramica rinvenute al pianterreno delle grotte del Pozzo della Cava, che hanno potuto dimostrare una produzione di maiolica anche nel XV e nel XVI secolo, ritenuti fino ad allora i periodi bui della ceramica orvietana, ed hanno iscritto Orvieto tra i pochissimi centri di produzione dei preziosi “lustri” cinquecenteschi, famosi per l’iridescenza dei loro colori.

E così, continuando a scendere nei sotterranei, tra pozzi‐butti medievali e qualche cunicolo, tra una cisterna etrusca trasformata in cantina e i resti di una casa‐torre duecentesca, si arriva alle ultime grotte del percorso, aperte al pubblico nell’ottobre 2003, dopo più di un anno di lavori. A colpire, oltre all’imponenza di queste “nuove” stanze, la più grande delle quali raggiunge i 14 metri di altezza, è lo straordinario valore dei resti rinvenuti: nonostante una infinita serie di riutilizzazioni e trasformazioni, infatti, sono ben identificabili alcune nicchie per urne cinerarie, praticamente identiche a quelle presenti nelle tombe più antiche di Norchia, nel Lazio. L’eccezionalità di una tale scoperta sta nel fatto che fino a qualche anno fa non erano mai state rinvenute, in tutto il territorio, sepolture risalenti al primo periodo di permanenza degli Etruschi ad Orvieto.

L’ultima sorpresa, in ordine di tempo, risale al 2004, in occasione dei lavori per il ripristino del grande arco su Via della Cava che nel Rinascimento costituiva l’unico accesso al pozzo. A ricordare ai cittadini sia la presenza del pozzo che la sua chiusura, avvenuta cono ogni probabilità in seguito alla Guerra di Castro, era stata apposta dalle autorità comunali una lapide nel 1646. Proprio rimovendo quella pietra si è potuto scoprire che l’iscrizione era stata scolpita sul retro di una spessa lastra di marmo con bellissimi bassorilievi altomedievali, prelevata  dai sotterranei della vicina collegiata dei Santi Andrea e Bartolomeo.

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Il Pozzo e le sue Grotte, cosa vedere

Il Pozzo della Cava
E’ forse il ritrovamento più imponente dell’intero complesso, con i suoi 36 metri di profondità e gli oltre quattro di diametro, scavato seguendo la traccia di un pozzetto etrusco ancora visibile.

La Fornace
Gli ambienti di lavoro ed il forno di un laboratorio medievale di ceramica, con diversi utensili originali e numerosi scarti di fabbricazione in terracotta e in maiolica; è stata la prima fornace orvietana di cui sia stato possibile documentare una produzione nel Quattrocento, ritenuto il secolo buio della ceramica orvietana

I Butti
Piccoli pozzi medievali usati per gettare rifiuti dalle abitazioni, divenendo nel tempo vere e proprie miniere di reperti antichi

La Tomba
Il giaciglio di una tomba etrusca, riadattato nel medioevo per costruire un follone, ossia uno strumento per lavorare i tessuti

La Cisterna
Uno scavo etrusco per la raccolta dell’acqua piovana dai tetti delle abitazioni, con il tipico intonaco a ‘cocciopesto’, realizzato impastando malta e terracotte finemente triturate

La Cantina
Un locale sotterraneo scavato durante il medioevo per produrre e conservare il famoso vino di Orvieto

La Muffola
I resti di una piccola fornace per il ‘terzo fuoco’ dei preziosi lustri rinascimentali; si tratta dell’unico ritrovamento di questo genere in Umbria

Il Pilastro di Tufo
Uno dei grandi piloni delle fondamenta della torre medievale di uno dei figli di Simone Filippeschi

La Necropoli Rupestre
I resti delle pareti di fondo di alcune sepolture etrusche arcaiche riportate alla luce nel corso del 2002 e aperte al pubblico nell’ottobre 2003

La Cava
Una enorme grotta etrusca trasformata nell’800 in una cava di tufo

Il Pozzo Numero 2
Un altro Pozzo della Cava, più piccolo e senz’acqua, il cui uso è avvolto nel mistero

Il Cunicolo
Una classica canalizzazione etrusca scavata nel tufo della rupe per convogliare
le acque verso i punti di raccolta

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Informazioni Pratiche

Orari
Orario continuato dalle 9.00 alle 20.00 (altri orari su appuntamento)
Chiuso i lunedì non festivi / chiusura annuale nella seconda metà di gennaio

Visite Senza Guida (solo ingresso), rispettando i locali tutte le norme di sicurezza. Ogni punto di interesse storico e archeologico è segnalato con didascalie multilingua [Italiano, Inglese, Tedesco, Francese, Spagnolo]

Visite Guidate in Italiano, Inglese, Tedesco, Francese e Spagnolo:
– Il Pozzo della Cava e le sue Grotte
– Pozzo della Cava + Mostra di Ceramiche

Visite Tematiche: è possibile confezionare visite su misura, tematiche, con dimostrazioni pratiche o brevi laboratori didattici, di durata variabile. Possibilità di Laboratori Didattici, Stage e Mini‐Corsi  

Degustazioni e Laboratori Enogastronomici
Il vero cavallo di battaglia della struttura sono le visite con degustazione finale [possibile anche all’aperto nei mesi estivi] o con buffet in grotta