Descrizione
Anche la chiesa abbaziale di Vallingegno potrebbe avere origini pagane, si parla di un tempietto dedicato al dio Genio, al quale è possibile riferire alcuni frammenti lapidei, riutilizzati come arredi dell'abbazia.
All’imponente struttura ben visibile anche da lontano sono legati molti fatti della vita di Francesco. Molto accreditata è la ricostruzione che fa coincidere l’abbazia con il luogo in cui Francesco cerca rifugio, dopo essere stato aggredito nei pressi di Caprignone. L’accoglienza del priore non è delle migliori: i monaci si trovano davanti un mendicante sporco, intirizzito, lacero e gli riservano le mansioni di sguattero. "Chiede l’elemosina come un mendico e la riceve come uno spregevole sconosciuto",scrive San Bonaventura. Anni dopo, quando la sua fama diventa grande in tutto il territorio, il priore torna a chiedergli perdono. Così nei frequenti passaggi verso La Verna, Francesco riceverà spesso ospitalità proprio a Vallingegno.
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L’abbazia, una delle maggiori della zona, è costituita da un'aula rettangolare e da strutture preesistenti come la cripta a pianta quadrata con pilastro centrale. Le case coloniche, nate posteriormente intorno alla corte, hanno occupato i grandi ambienti che originariamente ospitavano le officine del monastero. Documentato dagli inizi del XIV secolo, ma presumibilmente ancor più antico, sorge, a poca distanza, il castello di Vallingegno; la posizione arroccata e l'estensione della vista sulla vallata, fino alla strada, agevolano la sua funzione di tutela della zona. Tuttora sono in buono stato di conservazione sia la cinta muraria a merli guelfi sia la torre maestra.